Ricordo del Dr. Nabeel Khair
Data:
20 Aprile 2020

Si pubblica di seguito un ricordo del Dr. Nabeel Khair, recentemente venuto a mancare a causa del Covid-19.
Aveva sempre l’espressione di quello a cui il tempo non basta mai, andava sempre di fretta perché gli impegni non potevano aspettare. Anche le chiacchierate si facevano in fretta, non poteva attardarsi a spiegare a fondo le sue ragioni a chi non aveva la celerità per comprenderle subito. Quel tempo l’avrebbe meglio impiegato andando, facendo, organizzando. Era un operativo alla massima potenza.
Incuriosiva conoscerlo ed era interessante capirlo; nonostante i quasi 40 anni vissuti con noi, non aveva perso l’accento e l’inflessione gutturale tipica della sua lingua madre.
Nabeel era un uomo del Risorgimento, uno di quei personaggi incontrati nei libri di storia che abbiamo sognato di imitare negli anni romantici della nostra gioventù, uno come Ciro Menotti o Silvio Pellico o Nino Bixio.
Ma anche come uno dei personaggi dell’epopea dell’Indipendenza americana, uno come quel Benjamin Martin che abbiamo incontrato sullo schermo de “Il patriota”.
Era uomo di grandi ideali e di valori alti, quelli per i quali era bello sognare e giusto combattere e lottare, perché quanto più difficile è l’impresa maggiore è l’impegno da profondersi.
Nella politica come nella professione, la sua era una dedizione piena alla causa. Perché l’identità di un popolo, la sua dignità e la libertà di essere ciò che esso ritiene di voler essere, è già di per sé un motivo sufficiente a dare senso all’impegno di una vita, dedicarle il meglio delle proprie capacità intellettuali, materiali e morali, sentirsi “giusto” per aver perseguito un “giusto” sogno, non per sé ma per le generazioni del futuro.
Per quanto ho potuto conoscerlo e capire di lui, tutto il suo bagaglio di idee e pensieri veniva applicato anche alla professione. In questa era un lavoratore instancabile, senza rinunciare mai a spiegare e quando possibile entrare sul tema della Palestina, all’interno della cui comunità era un leader indiscusso e carismatico. Dopo anni di Guardia Medica aveva ottenuto la titolarità della Medicina Generale, un’aspirazione che diventava realtà, un terreno nuovo su cui perseguire, ancora per gli altri, nuove libertà, quelle dai bisogni di salute, e l’ambizione di partecipare, con le sue competenze mediche, a dare qualità alla vita dei suoi assistiti.
Tutto ciò è finito, il sogno si è spezzato, qualcuno raccoglierà il testimone di tanto impegno e dedizione. Noi lo ricorderemo così, proiettato verso l’alto, teso ad agguantare ciò che ad altri sembrava impossibile solo pensare.
“Ne parliamo un’altra volta Raimondo, adesso non posso, ho fretta, devo andare”.
Addio Nabeel, amico rimasto nel mistero e medico a tutto tondo.
Ti sia lieve la terra, ti accolga il mondo dei “giusti”.
Noi conserveremo il ricordo del tuo bell’esempio di dedizione alla vita e all’impegno oltre ogni limite e oltre ogni pregiudizio.
Il Consiglio Direttivo del tuo Ordine provinciale di appartenenza.
Ultimo aggiornamento
15 Maggio 2020, 13:45